giovedì 12 maggio 2011

Friscaleddi, cianciani e trocculi: il gruppo Vecchia Jonia custode del folklore siciliano




GIARRE. Le tarantelle ritmate e veloci, i canti e le coreografie rivolte ai mestieri del tempo: “u chiovu”, “a cialoma”, “u iadduzzu”; ancora, balli dedicati al duro lavoro delle donne, come quello di lavare le lenzuola nei fiumi (“u linzolu”) o quello di lavorare il grano (“u criu”); o anche danze che raccontano le varie festività e ricorrenze: “a vinnigna”, “a jolla”. Il tutto accompagnato dai colori sgargianti dei costumi e l’uso di particolari attrezzi con i quali i vari lavori venivano svolti. È questo il patrimonio dell’arte siciliana che il gruppo folk “Vecchia Jonia città di Giarre e Riposto” diffonde in giro per il mondo.
«L'Associazione culturale si è costituita il 17 Ottobre 2008 per volontà di alcuni giovani profondamente legati alla loro terra e uniti dal comune interesse di conservare, divulgare e tramandare le autentiche tradizioni popolari di cui è ricca la Sicilia», racconta il presidente Egidio Fichera, per spiegare la nascita di questo gruppo folklorico il quale, nonostante la recente formazione, sembra essere già noto e richiesto: si è infatti esibito in diverse manifestazioni quali sagre, raduni provinciali e regionali; ha partecipato a vari programmi televisivi come "Cuochi senza frontiere" condotto da Davide Mengacci su Rete Quattro e, in occasione del carnevale estivo di Acireale, “Linea blu”di Rai Uno.
Michele Bonaccorso, musicista nonché componente e vicepresidente del gruppo, mostrando ogni strumento, spiega: «Le musiche dal vivo sono eseguite con l’uso di chitarre e mandolino, fisarmonica e fischietto (“friscalettu”), del tamburo, del “marranzano” o “scacciapensieri,” e di altri strumenti caratteristici quali: i “trocculi” ( noce di cocco ) la “quartana” o “bumbulu”, le “cianciane”».

«I canti sono frutto di ricerche o di ricordi passati di anziani: serenate, duetti, ninne nanne, nenie e leggende», dice la cantante e direttrice artistica dell'Associazione Patrizia Chillari, conosciuta e apprezzata anche per la pazienza e il tempo con cui si dedica ai bambini insegnando loro il folklore. Saranno proprio questi ultimi, una volta cresciuti, a formare il corpo di ballo degli adulti, come testimonia la ballerina Lorena Trovato: «Faccio parte del gruppo da tredici anni, considero questa attività parte integrante della mia vita e benché essa richieda un costante impegno per le continue prove, è occasione di ritrovo per tutti noi in quanto amici legati da una comune passione».
Emozionanti le parole di Fichera, il quale conclude: «L’attività del gruppo non costituisce, per i ragazzi che lo compongono, un’attività retribuita, ma per ognuno di loro è simbolo di divertimenti, viaggi, amicizie: un'atmosfera basata su tradizioni, sentimenti e complicità, valori che solo una famiglia può insegnare».
Soddisfacenti, dunque, i risultati ottenuti da questi giovani, i quali nonostante siano giornalmente a contatto con le tecnologie e una società che non guarda più al passato, si ritrovano a tenere vive le tradizioni e la cultura di un tempo.

Federica Orefice
Eleonora Caggegi

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