Catania. Ospite del Teatro Metropolitan di Catania, Giovanni Allevi si è esibito registrando il tutto esaurito in una delle date dell’Alien tour, che è cominciato il 19 febbraio al Palalottomatica di Roma e lo porterà nelle principali città italiane.
Il pianista marchigiano ha proposto alcuni brani tratti dal suo ultimo disco di inediti per pianoforte solo, come: Secret Love, Tokio Station, Giochi d’Acqua, Memory, Helena, Joli, L. A. Lullaby, oltre ai suoi più grandi successi quali Back to life, Come sei veramente, l’Orologio degli dei, Ti scrivo. «Gli alieni siamo noi – dice Allevi – che con la nostra sensibilità cerchiamo lampi di poesia tra le pieghe dell’esistenza quotidiana. Rifiutando l’omologazione affermiamo con delicatezza la nostra unicità, facendo della vita un’opera d’arte. È la musica che ci permette di guardare il mondo con occhi nuovi, tanto da scoprire l’incanto in ciò che ci circonda, fino a sentirci alieni circondati da alieni».
Quando correndo sale sul palco, jeans e felpa come se stesse per suonare per alcuni amici e non per un teatro stracolmo, si comincia a respirare un’atmosfera magica e familiare che non si spezzerà solo al termine del concerto. Le dita di Allevi si muovono come ragni che tessono una tela nella quale la platea non può fare a meno di restare intrappolata. Ci si risveglia come da un sogno solo quando il pianista, che suona curvo sullo strumento come a volergli restare il più vicino possibile, con un gesto lento, sempre lo stesso, alla fine di ogni brano si allontana dalla tastiera per incassare intimidito l’applauso che gli spetta.
Quasi due ore di musica trascorrono così. Prima la presentazione di ogni brano, con la descrizione di ciò che rappresenta e del momento in cui è nata l’ispirazione, e poi una straordinaria esecuzione. Al termine del concerto il personale del teatro fa fatica a contenere la folla che desidera un autografo, una foto o semplicemente complimentarsi con l’artista, che rimarrà fino ad oltre mezzanotte a stringere le mani, firmare autografi e ricevere tributi di stima e affetto.
Il pianista marchigiano ha proposto alcuni brani tratti dal suo ultimo disco di inediti per pianoforte solo, come: Secret Love, Tokio Station, Giochi d’Acqua, Memory, Helena, Joli, L. A. Lullaby, oltre ai suoi più grandi successi quali Back to life, Come sei veramente, l’Orologio degli dei, Ti scrivo. «Gli alieni siamo noi – dice Allevi – che con la nostra sensibilità cerchiamo lampi di poesia tra le pieghe dell’esistenza quotidiana. Rifiutando l’omologazione affermiamo con delicatezza la nostra unicità, facendo della vita un’opera d’arte. È la musica che ci permette di guardare il mondo con occhi nuovi, tanto da scoprire l’incanto in ciò che ci circonda, fino a sentirci alieni circondati da alieni».
Quando correndo sale sul palco, jeans e felpa come se stesse per suonare per alcuni amici e non per un teatro stracolmo, si comincia a respirare un’atmosfera magica e familiare che non si spezzerà solo al termine del concerto. Le dita di Allevi si muovono come ragni che tessono una tela nella quale la platea non può fare a meno di restare intrappolata. Ci si risveglia come da un sogno solo quando il pianista, che suona curvo sullo strumento come a volergli restare il più vicino possibile, con un gesto lento, sempre lo stesso, alla fine di ogni brano si allontana dalla tastiera per incassare intimidito l’applauso che gli spetta.
Quasi due ore di musica trascorrono così. Prima la presentazione di ogni brano, con la descrizione di ciò che rappresenta e del momento in cui è nata l’ispirazione, e poi una straordinaria esecuzione. Al termine del concerto il personale del teatro fa fatica a contenere la folla che desidera un autografo, una foto o semplicemente complimentarsi con l’artista, che rimarrà fino ad oltre mezzanotte a stringere le mani, firmare autografi e ricevere tributi di stima e affetto.
Rosacarla Romeo
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