
È stato celebrato nei giorni scorsi il 35° anniversario del transito del venerabile frate Maria Gabriele Allegra a San Giovanni La Punta. La celebrazione, promossa dai frati minori di Sicilia e dal parroco della chiesa Madre di San Giovanni La Punta don Orazio Greco, è stata ospitata nella chiesa Madre di San Giovanni La Punta.
Il ministro provinciale dei frati minori di Sicilia, Giuseppe Noto, ed il sindaco di San Giovanni La Punta, Andrea Messina, hanno dato il benvenuto ai tanti partecipanti. Sono state ricordate le origini di frate Gabriele Allegra, la sua povertà, la vita in collegio ad Acireale dove egli studiava e dove, non sempre, i suoi amati genitori riuscivano a pagare la retta. Padre Gabriele Allegra nacque a San Giovanni La Punta nel dicembre 1907. Trasferitosi in Cina nel 1935, iniziò a tradurre la Sacra Bibbia in lingua cinese e, per questo, fu incarcerato e successivamente condannato a morte dal regime comunista. “La mattina in cui dovevano sparagli attraverso la finestra del carcere - racconta la sorella suor Paola - nel momento in cui la guardia carceraria fece esplodere il colpo di fucile, proprio in quell’istante, il caso volle che egli si inchinasse per raccogliere un foglio di carta; fu così che si salvò la vita e, per intercessione degli stessi carcerieri, venne poi liberato”. Padre Gabriele morì ad Hong Kong nel 1976 per ascesso peritonsillare. Nel 1984 il vescovo cinese John Wu promosse la causa di beatificazione e nell’aprile del 2002, alla presenza di Papa Giovanni Paolo II, fu proclamato venerabile.
Quando padre Gabriele Allegra ritornava a S .Giovanni La Punta, il primo incontro era sempre con i suoi cari genitori. Egli si inginocchiava e chiedeva loro la benedizione, tanto era forte la gratitudine per quello che da essi aveva ricevuto. Nel 1923, durante il suo noviziato, diceva ai suoi genitori: “Pregate la Madonna che abbia sempre sotto il suo manto l’indegno suo servo”. Già all’età di quattro anni il piccolo Gabriele, andando con la mamma ad ascoltare la messa, incominciava ad imparare a parlare il latino; a sette anni diventava il chierichetto fisso a servire la messa nella chiesa della Ravanusa. Egli, innamorato della letteratura cinese, amava dire: “Sono puntese, italiano e cinese”.
Quando padre Gabriele Allegra ritornava a S .Giovanni La Punta, il primo incontro era sempre con i suoi cari genitori. Egli si inginocchiava e chiedeva loro la benedizione, tanto era forte la gratitudine per quello che da essi aveva ricevuto. Nel 1923, durante il suo noviziato, diceva ai suoi genitori: “Pregate la Madonna che abbia sempre sotto il suo manto l’indegno suo servo”. Già all’età di quattro anni il piccolo Gabriele, andando con la mamma ad ascoltare la messa, incominciava ad imparare a parlare il latino; a sette anni diventava il chierichetto fisso a servire la messa nella chiesa della Ravanusa. Egli, innamorato della letteratura cinese, amava dire: “Sono puntese, italiano e cinese”.
Salvatore Cifalinò
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