mercoledì 11 maggio 2011

Laura Battaglia: come diventare (bravi) giornalisti

CATANIA. Diventare giornalisti oggi. Che sia un'utopia? Stando alle parole di Laura Battaglia è ancora possibile. Docente presso l’Università Cattolica di Milano, collaboratrice del quotidiano Avvenire, ma soprattutto giornalista – documentarista di valore, in un'intervista rilasciata alla sede del quotidiano La Sicilia, mostra quanto la professione del giornalista, se pur più complessa di un tempo, sia in grado, ancora, di dare grandi soddisfazioni.
Esordisce raccontando la sua formazione, la laurea in Lettere classiche, un diploma al Conservatorio, tra i suoi primi lavori per La Sicilia una recensione sulla "Giara" di Pirandello, il passaggio alla cronaca bianca. In seguito, grazie ad un incontro con personaggi del valore di Paolo Mieli, presidente di Rcs Libri , e Matteo Collura, giornalista e scrittore di origini siciliane, decide di iscriversi alla Cattolica di Milano al fine di acquisire nuove conoscenze. Ed infatti dichiara di aver maturato in quei due anni tre importanti competenze: «ottimi strumenti di metodologia di ricerca delle fonti, multimedialità e conoscenze in merito alla creazione personale di documentari con cui promuovere la mia attività». Effettua quindi uno stage presso la redazione culturale di Avvenire e dopo l'iscrizione all'Albo collabora attivamente col giornale. Fondamentale nella sua formazione il corso tenuto dallo Stato Maggiore sul come "sopravvivere"in condizioni critiche e in realtà lontane – geograficamente ma anche culturalmente – dalla nostra, ed a questo punto racconta la sua esperienza in Afghanistan, delle difficoltà oggettive che un viaggio come quello comporta, ma per lei che non ama la “vita da scrivania” essere giornalisti significa proprio avere il coraggio di mettersi alla prova, di rischiare.
Quindi, tutti possono realmente diventare giornalisti?
Si, tutti ne hanno la possibilità ma solo unendo una certa tenacia a particolari abilità quali «multimedialità, capacità di crearsi relazioni e contatti utili, e una certa dose di originalità».
«Il lettore vuole che i giornalisti siano i suoi occhi, le sue mani» conclude Laura, è importante quindi indagare, riportare fatti, essere attivi e sopratutto critici, non lasciarsi manipolare da una società come la nostra che effettua sempre più un “controllo dei cervelli”.

Damiana Giacobbe

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